Entro Mercoledì 31 Luglio

"EMOZIONI, VITA QUOTIDIANA E MUTAMENTO DELL’ORDINE SIMBOLICO"

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31 July 2024

"EMOZIONI, VITA QUOTIDIANA E MUTAMENTO DELL’ORDINE SIMBOLICO"

CALL INTERSEZIONE IMMAGINARIO E VITA QUOTIDIANA

In occasione del Convegno di metà mandato AIS, che si terrà a Lecce dal 18 al 20 settembre 2024, le sezioni Immaginario e Vita quotidiana propongono una call intersezione volta a raccogliere contributi in merito al tema delle emozioni nell’ambito della sociologia dell’immaginario e della vita quotidiana. 

In un testo abbastanza recente Marta Nussbaum pone all’attenzione del pensiero filosofico l’esigenza di recuperare la portata cognitiva dell’emozione e superare lo stereotipo, ancora vivo anche nelle scienze sociali, per cui l’emozione è inaffidabile, poiché legata all’impulsività. Nel suo ragionamento la filosofa parte da Aristotele, dal quale trae alcuni concetti essenziali, come quello di eudemonia, «vita riuscita». Le emozioni hanno la potenza di informare l’uomo sul proprio mondo. Non solo: esse sostengono le sue valutazioni etiche rispetto ai suoi progetti personali, dunque al suo modo di proiettarsi nel futuro per conseguire la «vita buona». Sicché, le emozioni sono gli elementi di un’intelligenza che Nussbaum definisce emotiva, senza i quali la stessa razionalità non funzionerebbe. Non dunque qualcosa di contrapposto alla ragione, le emozioni, ma consustanziali a essa. 

Poiché l’emozione si costituisce attraverso il suo riconoscimento, occorre un bagaglio culturale che consenta di effettuare tale riconoscimento, che consenta di decodificarne il significato: le emozioni si sviluppano ed esprimono in base ad assunti, immagini, simboli, miti, idee, modelli acquisiti e trasmessi nei processi di socializzazione. Per cui la dimensione emotiva di un fatto, di un evento, di un comportamento, è inscritta in una educazione emozionale-sentimentale che affonda le sue radici nell’immaginario sociale, attraverso le polarizzazioni semantiche, antropologiche, che ogni società pone in essere (Durand, 2022). E non è un caso che molti studi si siano concentrati sul rapporto tra l’espressione di certe emozioni e le culture di riferimento (cfr. Ekman, 2007).
Ma vi è anche altro: non solo è appresa, l’emozione. Essa può essere anche un potentissimo campo di esperienza, un vero e proprio spazio di conoscenza. Soprattutto quando è forte, può funzionare come una sorta di “risveglio”, come un nuovo modo di guardare le cose: diventa fattore di mutamento sociale. 

A partire dal frame teorico brevemente abbozzato, la call porta la riflessione sulle emozioni nell’ambito della sociologia dell’immaginario e della vita quotidiana. La vita quotidiana è uno dei principali spazi di riproduzione, o di messa in questione dei modelli, degli stati e delle reazioni emozionali. Questa cellula vitale della struttura materiale della società è la base di tutte le reazioni spontanee (Lukács in Heller, 1975), dove gli affetti, come scrive Agnes Heller, si trovano in qualche relazione con i punti di vista particolari di ciascuno. Ciò che ogni giorno ciascuno sente, come lo sente e come lo esprime (anche fisicamente, in una smorfia di disgusto, o in un sorriso) si colloca in un immaginario individuale e collettivo che a sua volta conforma la relazione, rafforzando i ruoli e le posizioni reciproche. Fino al punto che l’emozione finisce per non essere più riconoscibile né in sé né nella sua natura “culturale”. In quel profondo e peculiare intreccio tra sociogenesi e psicogenesi di cui parla Norbert Elias.

La call mira a stimolare contributi teorici ed empirici, studi di caso, riflessioni di varia natura, anche a carattere metodologico, in cui ci si misura con il quadro complesso dell’intelligenza delle emozioni quotidiane (parafrasando Nussbaum), così come sul loro silenziamento, sulla loro carica proiettiva verso nuove pratiche e orizzonti relazionali, sulle loro potenzialità etiche, nonché sulla dimensione immaginale (archetipica, simbolica e mitica) che ne sostiene l’espressione sociale. Gli abstract dovranno avere una lunghezza di circa 6.000 caratteri e potranno essere inviati entro il 31 luglio 2024 a: valentina.grassi@uniparthenope.it; olimpia.affuso@unical.it

Per ulteriori dettagli, si rimanda al documento pdf scaricabile qui sotto.